Immagina per un momento di essere un epigrafista del XXI secolo. Davanti a te, sul tavolo, ci sono frammenti di pietra, alcuni rotti in modo irrecuperabile, altri consunti dal tempo, ognuno inciso con lettere latine o greche ormai incomplete, mutilate, incerte. È un puzzle enigmatico, con metà dei pezzi mancanti e nessuna immagine sulla scatola per aiutarti. Da secoli, questo è il pane quotidiano degli studiosi dell’antichità: restaurare ciò che resta delle iscrizioni greche e latine, ricostruirne il contesto, attribuirle a un periodo, a una località, a un evento. Un lavoro certosino, fatto di confronti, ipotesi, esperienza, intuizione e tanta pazienza. Ma oggi qualcosa è cambiato. O meglio: è stato generato.
Benvenuti nel futuro della ricerca storica. Benvenuti in un’epoca in cui la tecnologia non solo accompagna l’uomo nella scoperta, ma si fa alleata creativa nella riscrittura del passato. Sto parlando di Aeneas e Ithaca, due modelli di intelligenza artificiale generativa sviluppati da Google DeepMind, pensati per supportare gli studiosi nell’analisi, nella ricostruzione e nell’attribuzione di iscrizioni antiche. E credetemi: non si tratta di un semplice supporto digitale. Qui siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione epistemologica.
Aeneas: il Troiano che Aiuta gli Storici Latini
Aeneas, il cui nome richiama il leggendario eroe troiano che – secondo la mitologia – gettò le basi di Roma, è un modello IA dedicato esclusivamente alla lingua latina. Dietro la sua creazione c’è una squadra internazionale guidata dalla storica ed epigrafista Thea Sommerschield, in collaborazione con DeepMind e altri esperti di antichità classica. La sua missione? Aiutare gli storici a contestualizzare, restaurare e attribuire iscrizioni latine, anche quando queste sono incomplete, mal conservate o del tutto decontestualizzate.
Il motore di Aeneas è alimentato da un corpus titanico: 176.861 iscrizioni latine, pescate dai più grandi database epigrafici mondiali, datate tra il VII secolo a.C. e l’VIII secolo d.C.. Un autentico banchetto di dati storici, condito con immagini relative al 5% delle iscrizioni, per offrire anche un contesto visivo fondamentale. E il tutto è organizzato in tre anime, o meglio, tre reti neurali complementari.
La prima rete si occupa di ricostruzione testuale, tentando di colmare i vuoti nel testo, anche quando le porzioni mancanti raggiungono dieci o più caratteri. La seconda si concentra sulla localizzazione geografica, cioè determina da quale regione dell’Impero Romano proviene l’iscrizione, sfruttando le variazioni regionali del latino. La terza, infine, è una macchina del tempo: una rete dedicata alla datazione cronologica, capace di stimare con impressionante accuratezza il periodo di composizione dei testi.
Il risultato? Sbalorditivo. Nei test, Aeneas ha raggiunto un’accuratezza del 73% nella ricostruzione di parti mancanti fino a 10 caratteri e un 58% anche quando la lunghezza del frammento era completamente ignota. Ma non è solo una questione di parole: nella datazione, Aeneas sbaglia in media di soli 13 anni e riesce a identificare correttamente la provincia romana d’origine del testo nel 72% dei casi.
E c’è di più. Aeneas non è una scatola nera che sforna soluzioni misteriose. Ogni risposta viene accompagnata da una lista di iscrizioni simili consultate per formulare l’ipotesi finale, ordinate per rilevanza. In questo modo, l’IA mostra il suo ragionamento, trasformandosi da strumento passivo a collaboratore critico, trasparente e verificabile. In pratica, un assistente storico con una memoria sterminata e una capacità di sintesi inumana.
In prove condotte su casi reali, ben 23 epigrafisti umani hanno ottenuto performance nettamente migliori nel loro lavoro grazie al supporto del modello. In particolare, nella ricostruzione delle Res gestae divi Augusti, un documento il cui contesto storico è stato per decenni oggetto di dibattito accademico, Aeneas ha confermato l’ipotesi maggiormente accreditata dagli storici, dimostrando una capacità sorprendente di discernimento filologico.
Ithaca: il Fratello Greco, Custode della Parola Ellenica
E se Aeneas veglia sul latino, Ithacafa lo stesso con il greco antico. Anche in questo caso, il nome è tutto un programma: l’isola di Ulisse, patria del ritorno, simbolo della ricerca e della memoria. Ithaca si occupa di restaurare e contestualizzare le iscrizioni in greco antico con una precisione analoga a quella del fratello troiano. Anch’esso è frutto di anni di ricerca e collaborazione tra storici e informatici, e si integra perfettamente nel progetto Predicting the Past, l’iniziativa più ambiziosa mai lanciata per unire intelligenza artificiale e discipline umanistiche.
Sul sito ufficiale di DeepMind, sia Aeneas che Ithaca sono disponibili gratuitamente e in modalità open source, con interfacce interattive pensate per essere intuitive anche per chi non è esperto di IA. Gli studiosi possono caricare un’iscrizione frammentaria e ricevere in pochi istanti proposte di completamento, attribuzione temporale e geografica, con tanto di spiegazioni e riferimenti incrociati. È come avere a disposizione, ventiquattro ore su ventiquattro, una biblioteca infinita e un team di specialisti pronti a intervenire.
L’Umanesimo Digitale: un’Alleanza tra Macchine e Umani
Quello che rende davvero rivoluzionari progetti come Aeneas e Ithaca non è solo la potenza tecnologica, ma l’approccio collaborativo alla conoscenza. Queste IA non vogliono sostituire l’esperienza umana, bensì esaltarla, affiancando l’intuizione del ricercatore con una base dati mai vista prima nella storia dell’umanità. È l’alba di un nuovo umanesimo, in cui la memoria digitale ci permette di guardare il passato con occhi nuovi, più lucidi, più completi.
E non dimentichiamo un dettaglio cruciale: sono strumenti aperti e gratuiti, pronti a entrare nelle università, nei centri di ricerca, ma anche tra le mani degli appassionati, degli studenti, degli autodidatti. La storia antica non è più il regno esclusivo degli specialisti: con Aeneas e Ithaca, chiunque può provare a risolvere gli enigmi del passato, rianimare parole morte, riscoprire verità dimenticate.
Che la Caccia ai Frammenti Abbia Inizio
Con Aeneas e Ithaca, la ricerca storica entra in una nuova era. Ogni frammento può tornare a parlare, ogni iscrizione può ritrovare il suo contesto, ogni parola incisa nella pietra può tornare a illuminare la nostra comprensione del mondo antico. La storia, quella vera, quella scritta dagli uomini, dalle donne, dai soldati e dai poeti di un tempo lontano, non è più solo da studiare: è da ricostruire insieme, con il supporto delle menti artificiali più avanzate mai create.
E ora tocca a voi: siete pronti a riscoprire il passato con occhi digitali? Avete mai sognato di contribuire alla decifrazione di un mistero millenario? Raccontateci cosa ne pensate, condividete l’articolo sui vostri social e fateci sapere: se poteste risvegliare un frammento del passato, quale sarebbe?
L’articolo Predicting the Past: Aeneas e Ithaca, le Intelligenze Artificiali che Riscrivono la Storia dell’Antichità proviene da CorriereNerd.it.
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