OpenAI ha sganciato la sua prossima “anteprima di ricerca low-key“, come la chiamano loro, ma che di low-key ha ben poco. No, non è una nuova versione di ChatGPT che scrive fanfiction ancora più convincenti (magari!), ma qualcosa di molto più concreto e potenzialmente rivoluzionario per chi bazzica nel mondo della programmazione.
Signore e signori, date il benvenuto a Codex!
Da qualche tempo a questa parte (visto che l’articolo originale parlava di venerdì, possiamo dire “è arrivato” o “è ora disponibile”), gli abbonati a ChatGPT nelle versioni Pro, Enterprise e Team hanno accesso a questo nuovo super-strumento. Se Sam Altman e soci lo stanno posizionando come il “prossimo grande prodotto” dopo ChatGPT, c’è di che drizzare le antenne. Per ora, l’accesso non costa un euro in più per chi è già abbonato, ma tenete d’occhio il portafoglio: OpenAI ha già detto che in futuro avrà un suo prezzo, una volta capito quanto piace e quanto viene usato.
Codex: Non Solo Chat, ma un Vero Collaboratore (Digitale)
Ma cosa fa di preciso questo agente di codifica chiamato Codex? Immaginatelo come il vostro nuovo collaboratore virtuale specializzato in codice. L’obiettivo, come ha spiegato Josh Tobin di OpenAI, è proprio questo: trasformare ChatGPT in un vero e proprio wingman per gli ingegneri e gli sviluppatori.
Dimenticatevi di passare ore a cercare il comando giusto o la sintassi perfetta. Con Codex, potete semplicemente descrivergli in linguaggio naturale (cioè, in italiano, inglese, come volete!) cosa volete che il codice faccia, e lui… lo genera per voi. È un po’ come avere un traduttore universale per il computer.
Ma non è finita qui! Codex non si limita a scrivere codice da zero. Può operare su codice esistente in un ambiente protetto (sandboxato, per chi mastica il gergo) per:
- Correggere bug: Trova gli errori e li sistema.
- Eseguire test: Controlla se il codice funziona come dovrebbe.
- Suggerire modifiche: Ti propone come migliorare il codice per renderlo più efficiente o pulito.
Pensateci: quante ore si perdono a caccia di un singolo bug o a scrivere test? Codex promette di automatizzare (almeno in parte) queste operazioni, liberando tempo prezioso ai programmatori per dedicarsi a compiti più complessi e creativi. Certo, non è ancora istantaneo: un’operazione può richiedere fino a 30 minuti, ma OpenAI punta a renderlo ancora più efficiente e a farlo lavorare per tempi più lunghi in background.
Dentro la Macchina: Il “Cervello” di Codex (e Perché Non Naviga)
Tecnicamente, Codex è integrato direttamente nell’applicazione web di ChatGPT. Ma c’è un dettaglio importante (e per certi versi rassicurante): non ha accesso a Internet. OpenAI ha scelto questa limitazione volontariamente per ridurre i rischi di sicurezza. Un’AI che scrive codice e può navigare liberamente nel web… beh, capiamo le loro preoccupazioni!
Il modello che lo alimenta è una versione super-specializzata del loro modello di ragionamento o3, personalizzato proprio per capire e generare codice. L’hanno battezzato codex-1.
Un Pezzo del Puzzle (e Una “Lista della Spesa” Mattutina)
OpenAI vede Codex non come un rimpiazzo per altri assistenti di codice AI più specifici e integrati negli editor (come Cursor o Windsurf – e a proposito di Windsurf, pare che OpenAI stia trattando per acquistarla per una cifra folle, tipo 3 miliardi di dollari!). Lo vedono più come uno strumento complementare, che agisce a un livello più alto, quasi come un direttore d’orchestra che coordina i vari pezzi.
La cosa forse più affascinante è come lo usano dentro OpenAI. I loro stessi ingegneri lo stanno già sfruttando come una sorta di “lista delle cose da fare del mattino“. Gli caricano i task di routine o le correzioni minori da fare, e Codex si mette a lavorare in background, lasciando gli umani liberi di concentrarsi sulle sfide più grosse. È un esempio lampante di come l’automazione basata sull’AI stia già cambiando il lavoro… partendo proprio da casa OpenAI!
Cosa Significa Questo per Noi (e per il Futuro del Coding)?
L’arrivo di Codex su ChatGPT segna un passo avanti significativo. Non è solo un nuovo tool per i developer, ma una dimostrazione concreta di come l’intelligenza artificiale stia diventando sempre più capace di interagire col mondo reale (digitale, in questo caso) in modo autonomo.
Cosa comporterà questo per il futuro della programmazione? Renderà il lavoro dei developer più efficiente? Cambierà il modo in cui si impara a codificare? Permetterà a chi non sa programmare di creare piccoli script o risolvere problemi tecnici semplicemente “parlando” con l’AI? Le domande sono tantissime e le implicazioni enormi.
Una cosa è certa: la linea tra chi “sa programmare” e chi può usare l’AI per “far programmare” si sta facendo sempre più sottile. Il futuro del coding è qui, ed è conversazionale… e un po’ autonomo! E voi, siete pronti a chiedere a ChatGPT di scrivere il vostro prossimo script?
L’articolo ChatGPT Ora Si Mette a Coddare? Arriva Codex, l’Agente AI per Programmatori (e Curiosi di Tech!) proviene da CorriereNerd.it.
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