L’ultima frontiera tech non è un nuovo videogioco o un film sci-fi, ma un ristorante a Dubai interamente gestito dall’Intelligenza Artificiale (AI). Parliamo del Woohoo, il primo locale al mondo che affida il menu interamente a un algoritmo. Ma la domanda che ronza nelle nostre teste nerd è: l’AI batte uno chef in carne e ossa?

AI in cucina: la conoscenza batte l’emozione?

È un dato di fatto: l’Intelligenza Artificiale ha una capacità di elaborazione dati e conoscenze infinite, superando di gran lunga qualsiasi umano. Potrebbe conoscere ogni ricetta, tecnica e combinazione di sapori esistente.

Il punto debole, però, è sempre lo stesso, quello che ci scalda il cuore quando guardiamo Ratatouille: l’emozione. La creatività, l’istinto e la “magia” che rendono un piatto iconico non sono (ancora) programmabili. Finora, i risultati di queste sperimentazioni AI non sono stati sempre esaltanti.

Il menu del 2071: Dinosauri e Wagyu

Non abbiamo avuto la fortuna di testare il Woohoo, quindi non possiamo recensire la bontà dei piatti. Ma a giudicare dal menu, che viene presentato come un’offerta proveniente addirittura dal 2071, la vera innovazione sembra essere più nel marketing che nel piatto stesso.

Tutti parlano della “tartare di dinosauro” (alla modica cifra di 58 dollari!). Diciamocelo chiaramente: è improbabile che l’AI abbia riesumato un T-Rex. È un nome geniale e un po’ tamarro per generare curiosità, come è giusto che sia per un esperimento così mediatico.

Per il resto, lo chef AI, battezzato Amain, propone una carrellata di piatti internazionali che sembrano usciti da un qualsiasi ristorante glamour di oggi: ostriche, caviale, sushi, bowl, e carne Wagyu. Tra i “colpi di scena” ci sono anche un barbecue giapponese (Robatayaki), un kebab allo yuzu, e un biryani persiano. Insomma, un mix perfetto per l’eterogenea clientela di Dubai.

Il Futuro è già qui, ma è migliore?

Ahmet Oytun Cakir, co-fondatore turco del locale, è ottimista: “Forse in futuro l’intelligenza artificiale creerà piatti migliori di quelli degli esseri umani.”

Forse. Ma per ora, se dobbiamo scegliere tra un algoritmo super-intelligente e un vero chef che mette l’anima (e magari anche un po’ di sudore) in un piatto, noi restiamo fedeli al lato umano della Forza… e della forchetta.