C’è un momento nella vita di ogni fan Disney in cui le notizie smettono di essere semplici aggiornamenti e diventano vere e proprie epifanie. Per me, quel momento è arrivato una sera qualunque del 2023, davanti a una puntata di “The Tonight Show” con Jimmy Fallon. Ed è lì, tra una battuta e l’altra, che Dwayne Johnson – sì, The Rock, il nostro semidio tatuato preferito – ha annunciato che Oceania tornerà. Non in animazione, ma in live-action. E lui stesso indosserà (di nuovo) i panni di Maui. O meglio, il perizoma di foglie di palma. Per una fan Disney come me, cresciuta con le ballate di Alan Menken e con le onde di Vaiana nel cuore, è stato come sentire di nuovo il tamburo della nonna Tala nel petto.
La leggenda di Maui torna a vivere: Dwayne Johnson guida il remake
La Disney ha ufficializzato che il live-action di Moana (da noi Oceania) approderà nei cinema il 10 luglio 2026. Dietro la macchina da presa ci sarà Thomas Kail, mente brillante dietro i successi teatrali di Hamilton, e con lui un team produttivo che suona come una sinfonia di nomi importanti: Dany Garcia, Hiram Garcia, Beau Flynn e il mitico Lin-Manuel Miranda, che non solo torna come produttore musicale ma, si spera, anche con nuove (magiche) canzoni.
La cosa più straordinaria – almeno per me – è che Dwayne Johnson non ha semplicemente accettato di tornare: ci tiene a tornare. Ha raccontato di sentire questo film come un tributo alla sua cultura, alla sua terra, alle sue radici polinesiane. E c’è qualcosa di profondamente autentico e commovente nel modo in cui ne parla. Non è solo cinema: è identità, è memoria, è tramandare qualcosa. E questa non è semplice Hollywood, è ohana.
Una nuova Vaiana per una nuova generazione
Accanto a Johnson, il cast si arricchisce di nuove, promettenti stelle. Nei panni della protagonista troveremo Catherine Laga’aia, giovane attrice australiana con origini samoane, che ha già fatto battere forte il cuore di molti. La sua scelta è simbolica, potente: Catherine non è solo una nuova Moana, è la voce di un’intera generazione di ragazze che vogliono vedere se stesse sul grande schermo, forti, curiose, testarde e con il vento sempre alle spalle.
John Tui interpreterà il padre di Vaiana, il Capo Tui, mentre Frankie Adams sarà Sina, la madre. E poi c’è lei: Rena Owen. Icona del cinema neozelandese, intensa e magnetica, sarà la nuova Gramma Tala. Solo il pensiero mi emoziona. Perché sì, chiunque abbia visto Oceania sa che Tala è l’anima del film. È il cuore pulsante di un’eredità, la stella guida nella notte dell’indecisione. Sapere che sarà interpretata da un’attrice di tale carisma promette bene.
Una storia di mare, cultura e intelligenza artificiale (o quasi)
Ma non sarebbe un remake Disney senza almeno una tempesta. E questa, per un attimo, ha avuto il volto (digitale) di Dwayne Johnson. Eh sì, avete letto bene. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la Disney aveva valutato – e progettato – l’uso di un deepfake del volto di Johnson, da applicare al corpo del suo cugino e stuntman Tanoai Reed, per girare alcune scene. In pratica: un Maui virtuale.
L’idea, portata avanti per ben 18 mesi in collaborazione con la compagnia Metaphysic, avrebbe permesso a Johnson di non essere sempre presente sul set, sostituito da un “Dwayne digitale”. Un’ipotesi inquietante e sinceramente poco poetica, che per fortuna è naufragata tra cavilli legali e dubbi sulla proprietà intellettuale. Ma la domanda rimane: davvero vogliamo un futuro dove i nostri eroi sono solo volti sintetici su corpi prestati? Dove il carisma si costruisce in post-produzione?
Per fortuna, la risposta – almeno per ora – è no. E Maui avrà davvero la voce e il sorriso contagioso del suo interprete originale, senza filtri artificiali.
Un live-action con onde altissime da cavalcare
È impossibile non chiedersi cosa significhi oggi rifare un classico recente come Oceania, che ha appena festeggiato il suo primo decennio. In un’epoca in cui i remake si moltiplicano come funghi magici nel bosco incantato della nostalgia, questo progetto ha un potenziale tutto suo. Perché Oceania non è solo una favola disneyana: è un inno alla scoperta, al coraggio, all’identità. È la voce di una ragazza che sfida le onde per essere se stessa, in un mondo che cerca di dirle chi deve essere.
E portare questa storia nel linguaggio fisico, nei volti veri, nei paesaggi reali – o fotorealistici – è un’occasione preziosa, ma anche una sfida enorme. Riuscirà Thomas Kail a non cadere nella trappola dell’estetica perfetta e senz’anima, come accaduto a Il Re Leone o Biancaneve? Saprà restituire la magia, la sabbia tra le dita, il battito del cuore che ti dice “Vai!”?
Verso un futuro che onora le radici
Personalmente, sogno che questo film sia più di un esercizio di stile. Che sia un’opera capace di parlare a chi ha amato Oceania da bambina, ma anche a chi la scoprirà per la prima volta. Che sia uno specchio per le nostre emozioni, un richiamo alle origini e al destino. Perché il mare chiama. Sempre. E noi, come Vaiana, dobbiamo solo ascoltare.
E tu? Sei pronta a salpare di nuovo? Scrivimi nei commenti cosa pensi di questo remake, cosa ti aspetti, e quali emozioni ti ha regalato il film originale. Condividilo se anche tu hai cantato “Lo so chi sei” a squarciagola almeno una volta nella vita.
Ci vediamo sulla spiaggia. O in sala.
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