C’è una nuova dimensione nel multiverso dell’intrattenimento. Una porta che si apre su mondi narrativi generati in tempo reale, dove ogni spettatore può diventare autore, regista, attore e… personaggio animato. Il suo nome è Showrunner AI, ed è destinata a sconvolgere tutto ciò che conosciamo sullo storytelling. Non è solo una novità hi-tech: è una rivoluzione culturale. Un salto quantico dal binge watching alla binge creation. Preparatevi a dire addio alla passività e ad abbracciare un futuro in cui le storie non si guardano soltanto… si vivono, si riscrivono, si clonano. Letteralmente.
Un prompt per domarli tutti
Showrunner è una piattaforma ideata da Fable Studio, la stessa startup californiana già balzata alle cronache per aver creato episodi deepfake in stile South Park che hanno conquistato oltre 80 milioni di visualizzazioni. Ma mentre quei primi episodi erano un esperimento quasi “pirata”, oggi Showrunner è qualcosa di molto più ambizioso: un sistema generativo completo che, grazie al modello proprietario SHOW-2, permette di creare vere e proprie serie animate (episodi, stagioni, spin-off) partendo da un semplice prompt testuale. Esatto: basta digitare qualche riga e l’intelligenza artificiale farà il resto. Amazon, e in particolare il suo Alexa Fund, ci ha visto lungo, investendo nella piattaforma con entusiasmo, anche se l’importo dell’investimento resta top secret. Una mossa che lascia intendere come i big dell’industria stiano prendendo molto sul serio questo nuovo paradigma.
Il potere narrativo nelle mani di chiunque
Se Showrunner fosse una console, avrebbe il potere di trasformare ogni utente in uno sceneggiatore istantaneo. Vuoi creare un buddy drama ambientato in un pianeta governato da gatti parlanti? Fatto. Desideri reinterpretare The Office in salsa cyberpunk? Puoi. Sogni di inserirti come personaggio animato in una space opera alla Mass Effect? Adesso si può. La piattaforma è progettata per essere semplice, accessibile, e potenzialmente virale. Non è necessario essere esperti di animazione o di scrittura televisiva: tutto ciò che serve è un’idea, una frase, magari una tua foto, e Showrunner fa esplodere quella scintilla in un episodio video completo, che puoi poi condividere su YouTube, Discord o dove preferisci. Il modello SHOW-2 è ottimizzato per la produzione di contenuti animati (molto meno costosi in termini computazionali rispetto ai live action realistici) e integra dei “guardrail” etici: limita contenuti illegali, offensivi e protegge dalla violazione di copyright. Una necessità più che una scelta, vista la crescente attenzione di Hollywood verso l’utilizzo delle AI nella produzione di contenuti.
Da spettatori a showrunner: un cambio di paradigma
Edward Saatchi, co-fondatore di Fable ed ex Oculus Story Studio (la divisione VR di Meta), è convinto che l’intrattenimento stia per diventare un’esperienza bidirezionale. “Nel giro di cinque anni – afferma – guarderemo un episodio e poi lo espanderemo con le nostre parole, potremo anche diventarne protagonisti caricando una nostra foto”. Secondo Saatchi, la vera “Toy Story dell’AI” non sarà un clone a basso costo dei grandi capolavori Pixar, ma qualcosa di completamente nuovo e giocabile, dove ogni scena è modificabile, ogni dialogo riscrivibile, ogni personaggio sostituibile. Un prodotto in continua mutazione, potenzialmente infinito. Non a caso, Showrunner è già in trattative con Disney e altri colossi per ottenere licenze ufficiali su IP esistenti. L’idea è chiara: cosa succede quando puoi creare il tuo episodio di Star Wars o Rick and Morty? O quando puoi rivivere Game of Thrones… cambiandone il finale?
Exit Valley e Everything Is Fine: i primi mondi generativi
Per il debutto pubblico, Showrunner offre due serie originali completamente “giocabili”. La prima è Exit Valley, una satira esilarante ambientata nella parodia di una Silicon Valley distopica chiamata “Sim Francisco”, in cui Sam Altman, Elon Musk e altri grandi nomi dell’hi-tech diventano personaggi animati da prendere in giro alla Futurama o Family Guy.
La seconda è Everything Is Fine, una storia surreale su una coppia che litiga all’IKEA e finisce in una realtà alternativa, dove deve ritrovarsi dopo essere stata separata in dimensioni parallele. Un’idea che mescola drammi quotidiani e fantascienza, con un tono che ricorda Black Mirror ma anche Bojack Horseman.
Ogni utente può esplorare questi mondi, modificarne i dialoghi, cambiare le scelte dei personaggi, trasformare il mood da comico a horror, persino alterare la timeline narrativa. Ogni interazione crea nuove combinazioni. Non esiste una versione “definitiva” di una serie. Esistono solo infinite varianti generate dai desideri di chi guarda.
La community dietro il sipario
Showrunner è attualmente disponibile in versione alpha tramite un server Discord dedicato, dove oltre 10.000 utenti stanno già sperimentando con le potenzialità della piattaforma. È una sorta di writers’ room del futuro, collettiva e transmediale, in cui ogni prompt è un seme narrativo pronto a germogliare in direzioni imprevedibili.
Fable ha previsto che la creazione attiva di contenuti rimarrà gratuita per ora, ma presto sarà introdotto un sistema a crediti mensili (tra i 10 e i 20 dollari) per produrre centinaia di scene personalizzate. Guardare invece resterà completamente gratuito.
Ma gli autori che fine fanno?
Questa è forse la domanda più urgente e delicata. Se chiunque può riscrivere qualsiasi storia, cosa succede al concetto di autore? L’intelligenza artificiale diventa un co-creatore, un filtro generativo in grado di replicare e reinventare stili, toni, linguaggi. È solo un tool? O è qualcosa di più? Una musa algoritmica? Una nuova forma di coscienza narrativa?
Edward Saatchi non nasconde i dubbi: “Forse nessuno vorrà davvero diventare uno showrunner. Forse preferiamo ancora essere solo spettatori”. Ma è evidente che siamo di fronte a una rivoluzione: la democratizzazione radicale del racconto visivo. Un Rinascimento animato in cui ogni nerd può diventare Dio del proprio universo immaginario.
E ora?
Il mondo di Showrunner è appena nato, ma già promette di ridefinire il concetto stesso di serie TV. Non più prodotti chiusi, bensì playground narrativi. Non più stagioni prestabilite, ma eterni flussi generativi. Sta a noi decidere se restare ai margini o entrare nel gioco. E voi, siete pronti a scrivere la vostra serie? O a riscrivere quella serie il cui finale vi ha lasciato l’amaro in bocca? Entrate su Discord, digitate il vostro prompt… e fate partire l’episodio.
L’articolo Showrunner AI: il Netflix generativo che trasforma ogni utente in creatore di serie animate proviene da CorriereNerd.it.
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