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Aperol & Bellini: I Nuovi Ray-Ban Meta Saranno i Nostri Occhi Robot con Riconoscimento Facciale?

Amici nerd, preparate i vostri portafogli (e forse anche qualche foglio per la privacy), perché sembra che Meta stia per alzare l’asticella nel mondo della tecnologia indossabile. I rumor che circolano parlano di nuove versioni degli occhiali smart Ray-Ban Meta con nomi in codice che sanno d’estate e di aperitivo italiano: Aperol e Bellini. Ma non è il sapore di Spritz o Bellini a far rumore, bensì una nuova funzionalità che sembra uscita dritta da un film di fantascienza: il riconoscimento facciale integrato.

Ehi Meta, Chi È Quello? La Visione “Super-Sensing” Arriva Sul Tuo Naso

Secondo le indiscrezioni riportate da The Information, Meta sta lavorando a un software di “visione super-sensing” per i prossimi modelli di Ray-Ban Meta. Tradotto dal gergo tech: questi occhiali potrebbero essere in grado di scannerizzare e riconoscere i volti delle persone intorno a noi. Sì, avete letto bene. Pensate a Minority Report, ma invece di prevedere crimini, potreste potenzialmente identificare chi avete di fronte. Il tutto attivabile con un semplice comando vocale tipo: “Ehi Meta, avvia l’intelligenza artificiale in diretta”. L’idea sarebbe di usarlo magari in contesti sociali, come una festa (e forse ecco spiegati i nomi in codice da cocktail!).

Questa “super-vista” AI non si limiterebbe solo ai volti. Tenendo sensori e telecamere sempre attivi (quando la funzione è attiva, ovviamente!), gli occhiali potrebbero, grazie all’AI, tenere traccia di tantissime cose che facciamo o vediamo. Un po’ come il controverso Recall di Microsoft sui PC, ma applicato alla vita reale, direttamente sul vostro naso. Potrebbero persino aiutarvi a ricordare le cose da fare durante la giornata, fungendo da segretaria virtuale personale.

La Questione Privacy: Il Lato Oscuro del Riconoscimento Facciale

L’entusiasmo per la tecnologia è alto, ma c’è un elefante (anzi, forse più di uno) nella stanza: la privacy. Meta ha dichiarato di star aggiornando i suoi processi di valutazione del rischio, e c’è un motivo. Se tu indossi i Ray-Ban Meta, puoi scegliere se attivare o meno il riconoscimento facciale. Ma chi ti sta intorno? Le persone che incontri per strada, a una festa, al bar, non hanno modo di impedire che i loro volti vengano scannerizzati dai tuoi occhiali.

A peggiorare le cose, si vocifera che la piccola luce bianca che si accende sugli attuali Ray-Ban Meta per indicare che la telecamera è attiva potrebbe sparire nei nuovi modelli. Questo renderebbe ancora più difficile per gli altri accorgersi di essere ripresi o “letti” dall’AI.

E il problema non finisce qui. Una volta che un volto viene riconosciuto, l’AI potrebbe potenzialmente collegarlo ai dati che ha già accumulato: magari un indirizzo email, un numero di telefono, o altre informazioni. Qui la questione privacy si fa davvero seria, aprendo scenari che potrebbero far drizzare i capelli al Garante della Privacy di mezzo mondo.

Aperol, Bellini e Un Futuro Complicato

I nomi in codice Aperol e Bellini suggeriscono un’atmosfera leggera e conviviale, ma la tecnologia che si nasconde dietro potrebbe avere implicazioni molto pesanti. La sfida più grande per Meta, oltre all’onnipresente problema della batteria (l’AI divora energia e dimezza l’autonomia attuale), sarà trovare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e il rispetto della privacy degli utenti (e soprattutto di chi NON è utente ma finisce nel campo visivo degli occhiali).

Questi nuovi Ray-Ban Meta con riconoscimento facciale rappresentano un salto in avanti incredibile per la tecnologia indossabile, ma sollevano domande fondamentali su come vogliamo che l’AI interagisca con il mondo reale e con le persone che lo abitano. Siamo pronti a entrare in un’era dove il nostro assistente AI sul naso sa chiunque incontriamo? Il dibattito è aperto.

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